La mia vita, come pronosticavo a inizio anno, si avvicina parecchio al contenuto di un frullatore. Ogni tanto vado a velocità 1; ogni tanto 5; e ogni tanto qualcuno, per divertirsi, avvia pure la funzione “pulse”. Tra un delirio e una ricetta siamo a metà aprile: a Milano è primavera, fuori c’è il Salone del Mobile e
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Premessa: l’ho detto spesso, ma mi voglio ripetere perché la faccenda è seria, io non sono il tipo da torte pannose, mentre il mio compagno sì. Mi piace prepararle, assaggio qualunque ingrediente, ma poi alla fine la panna, o la chantilly in genere, mi “stucca” e mi nausea. Datemi una bella crostata di marmellata e
Tempo fa, in occasione dell’evento Zuegg, ho realizzato il mio primo pan di spagna. Pensavo di non amarlo e invece, preparandolo in casa, è stato amore a prima vista! E non solo per me. Provate a chiederlo a Tommaso, mio figlio. Il pan di spagna, che di solito è sinonimo di base per torte super
Comfort Foodie, per quanto possa sembrare strano, collabora alla campagna di sensibilizzazione sull’eiaculazione precoce. Cibo e sesso, non è un luogo comune, vanno a braccetto e non solo per quanto riguarda la pratica. E così, mi sono chiesta quale fosse l’equivalente in campo culinario di questa disfunzione sessuale maschile che colpisce #1su5. Semplice, sono i cibi irresistibili, quelli
Mio figlio mangia spesso le banane, ma altrettanto spesso rimangono per giorni nella dispensa senza che nessuno le tocchi. Quando diventano nere nessuno le vuole più toccare, tranne io. E non certo per mangiarle, ma perché più la banana è matura e meglio viene il banana bread per la colazione. Questo pane di banane americano
È da quando vidi “Kramer contro Kramer” che ho la passione per i french toast. Diciamo da sempre. Non è però da sempre che li cucino, anzi ho iniziato l’anno in cui andai a convivere, sempre per la serie: “cucino al meglio per chi amo”. Così, quando capita, quando me ne ricordo, la variazione su
Questa volta mi sono proprio superata! Il miglior complimento quando si prepara una ricetta è quello da chi certi ingredienti non li mangerebbe mai. È il caso della marmellata, qualunque marmellata, di cui io e Tommaso sia dei divoratori irrefrenabili (per dire: Tommaso potrebbe tranquillamente mangiare mezzo barattolo di marmellata a cucchiaiate senza fermarsi e
Quella appena trascorsa è stata la prima Pasqua di Tommaso, di quelle in cui se ti regalano delle uova di cioccolato la prima cosa che dici è: “Mamma, mi api?” (ovvero, “Mamma, mi apriresti l’uovo?”) Ecco, io le uova le ho aperte, ben 5, tutte in cioccolato al latte, ma poi a Tommaso non interessavano:
“Posso fare le crêpes?” “Quando?” (disse lei alle 23:00 di giovedì sera) “Ora. Le faccio io, tu mi dici cosa metterci e io le faccio, che ci vorrà?” “È che la pastella deve riposare” “Ma no, non è vero” “Scusami, lo saprò? Fidati, se vuoi fare le vere crêpes la pastella deve riposare almeno un’ora” “Perché?”
La mia prima cheesecake era fredda. Per anni ho dato vita ad un’unico tipo di cheesecake: base con digestive e burro, crema con Philadelphia, panna e crema, copertura con riduzione di frutti di bosco. Il tutto andava esclusivamente fatto riposare ore in frigo. Un giorno ho deciso che avrei dovuto provare a farla alla newyorkese,